martedì 27 agosto 2013

Libri. Lasciate ogni speranza voi che... (leggerete Inferno)

Inferno
di Dan Brown


Inferno è il sesto romanzo dello scrittore Dan Brown, assunto alle glorie del successo mondiale con il suo celeberrimo e stravenduto Codice da Vinci. È altresì il quarto romanzo che ha per protagonista il professore Robert Langdon, irrequieto docente universitario americano di simbologia che, per inciso, è una materia che non esiste.... Il filone è quello del giallo-fantasy-storico-letterario. Insomma un minestrone dove dentro c'è posto per tutto, venghino siori venghino. Ma se il Codice da Vinci eccelleva per suspence e coinvolgimento oltre che per i contenuti talmente bislacchi da suscitare polemiche e prese di posizione ufficiali anche in campo religioso, questo ennesimo libro risulta assolutamente fiacco e approssimativo sotto molteplici punti di vista. Basta fare un giro in internet per trovare una valanga di siti che contestano sia le ambientazioni storiche che quelle geografiche messe a punto da Dan Brown che, evidentemente forte del suo successo, non va più tanto per il sottile, ben sapendo che comunque il libro sarà un successo di vendita, con o senza strafalcioni.

Nel romanzo si parla di Dante, e dunque della Divina Commedia, ovviamente di Firenze, degli Uffizi, dei Boboli, di Palazzo Vecchio; ma anche di Venezia con il suo Palazzo Ducale e la basilica di San Marco. C’è, come è naturale, il dotto e brillante professore di storia dell’arte esperto di simbologia, c’è l’immancabile e belloccia fanciulla “assistente” del prof. che fino da ultimo non si sa se lo tradisce o lo aiuta veramente, c’è l’altrettanto immancabile complotto con ricadute mondiali, la conseguente entrata in campo di una organizzazione segreta e ipertecnologizzata, modello Spectre alla 007....
C’è, infine, secondo il collaudato stereotipo di Dan Brown, l’arcano indovinello da sciogliere per giungere a salvare il mondo, con tanto di marchingegno che lo protegge. Insomma nulla di nuovo, a ben vedere, ma rielaborazioni di modelli già sfruttati e collaudati. A questo si aggiunga una pessima traduzione in italiano che fa accapponare la pelle in certi passaggi.
Eppure il libro vende e stravende. E ahimè ci sono cascato anch'io. Sotto l'ombrellone, quest'anno mi sono portato proprio l'Inferno di Brown. L'unico lato positivo del libro è che, nonostante gli strafalcioni, rimane un impagabile spot pubblicitario su Firenze e in parte anche su Venezia. Considerando che il libro è e sarà letto da milioni di persone in tutto il mondo non può che far piacere ai rispettivi uffici del turismo delle due splendide città d'arte italiane. Consoliamoci così, che è meglio.

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