martedì 14 agosto 2012

In moto. Lago di Santa Croce, Cansiglio, Alpago

Sabato, 11 agosto. Giornata di esodo estivo, siamo sotto Ferragosto, chi può è in ferie oppure sta per andarci. Pensare di trovare poco traffico o calma e tranquillità nelle principali mete di montagna per un tour in moto è velleitario. Urge scegliere una meta alternativa, fuori dagli standard turistici abituali. Per questo motivo la scelta cade sulle prealpi venete piuttosto che sulle Dolomiti, classica meta vacanziera. Carico in moto la tuta antipioggia, perchè non si sa mai, il tempo in pianura è annunciato soleggiato, ma appena si comincia a salire il rischio pioggia è dietro ad ogni curva. Collaudo anche un nuovo giubbino aerato, specifico per le giornate di gran caldo estivo in moto, al posto della normale giacca che, sebbene sfoderabile, quando la temperatura supera i 30° diventa un forno insopportabile. La tentazione sarebbe di andare via in maglietta e basta e prendersi addosso tutta l'aria possibile, ma sarebbe poco saggio. In moto bisogna sempre premunirsi contro una banalissima caduta che, seppure senza gravi conseguenze, lascia comunque il segno quanto ad abrasioni e scorticature varie.

Il comprensorio del tour odierno
La meta scelta è il lago di Santa Croce, l'Alpago e il bosco del Cansiglio. Siamo in provincia di Belluno, a due passi l'alto trevigiano con i suoi vigneti del famoso prosecco (Conegliano, Vittorio Veneto e dintorni). Natura rigogliosa, verde in quantità, prati, pascoli, viste panoramiche, ma soprattutto poca gente e tanta pace e tranquillità. Da Padova si percorre l'autostrada fino a Mestre, poi si prosegue sul nuovo passante fino ad imboccare la A27 per Belluno. Si esce poco prima del capoluogo e praticamente si è già sul lago di Santa Croce. Chi è diretto in Cadore o a Cortina, ci passa di fianco. Lo conoscono quindi tutti, ma di sfuggita, proprio perchè è una località di transito verso mete più famose e rinomate. Ma la bellezza del lago è indubbia. Specie se lo si vede dal lato opposto a quello abituale della statale Alemagna che porta in Cadore. Ci sono piccole spiagge per prendere il sole (fare il bagno è una mezza follia, considerata la temperatura dell'acqua), ma questo splendido lago è soprattutto il regno dei surfisti a vela. Una buona ventilazione lo rende infatti molto attraente per gli appassionati di windsurf (tutti rigorosamente con muta da sub per ripararsi dal gelo dell'acqua). Mi fermo per una sosta e per fare qualche foto. C'è un belvedere direttamente sul lago in un settore attrezzato per pic nic con bracieri per cucinare in loco carne o pesce alla griglia. Sono le 11 del mattino ma alcuni fuochisti sono già all'opera e un profumo di costicine e salsiccia si diffonde nell'aria....

Veduta del Lago di Santa Croce, lato sud-est
Proseguo in direzione Farra, Tambre e Chies d'Alpago (SP423). Per saperne di più cliccare qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Alpago o qui: http://www.magicoveneto.it/Cansiglio/index.htm
La strada è praticamente deserta, attraversa boschi e piccoli villaggi di poche case. Una volta arrivato a Chies, prendo la provinciale 422 per tornare giù e indirizzarmi verso il Cansiglio. Passando dal paese leggo su una locandina di un giornalaio la notizia di tre guide alpine morte in parete per un incidente dovuto ad un vecchio chiodo difettoso di una via ferrata del posto. Brutta storia, soprattutto nelle zone di montagna dove il volontariato nel Soccorso alpino è molto sentito dalla gente del posto. Quasi un dovere mettersi al servizio degli altri. 
La strada provinciale 422 è tranquilla e piena di curve da fare in scioltezza. Non impegnative e soprattutto prive di traffico. Ideali per chi si vuole divertire e rilassare in moto senza esagerare con la velocità e con le pieghe. Il paesaggio cambia e dalle gibbosità irregolari dell'Alpago si passa alla dolcezza del Cansiglio. Si sta sugli 800-1000 metri di altitudine. Temperatura intorno ai 22 gradi. Intorno a ora di pranzo mi fermo a Pian dell'Osteria. Un nome che è tutto un programma a cui non riesco a sottrami e dunque mi fermo a mangiare in una locanda con cucina tipica locale. Che poi tanto tipica non è perchè i calzonsei alle erbette (una specie di ravioloni a forma di mezzaluna fatti a mano) e il gulasch con polenta gialla sono specialità comuni un po' dappertutto nelle montagne del nord est. Magari possono cambiare i nomi della pasta ripiena, ma la sostanza rimane più o meno simile. Tutto ottimo, specie il gulasch che invitava a leccarsi il piatto.
Da rimarcare positivamente una grande insegna con una scritta particolarmente invitante: WELCOME BIKERS! Infatti nell'arco di un'oretta di sosta per il pasto sono almeno una decina i motociclisti che si fermano. Ben vengano altri locali del genere. So che esiste anche una catena di esercizi che si contraddistinguono per questa caratteristica. Una breve ricerca si Google mi porta a questo link: http://www.bikershotel.it/. Provate a dare un'occhiata.
Piccola siesta all'ombra di un boschetto con un toscano e poi di nuovo in sella per completare il percorso. Dopo poco si esce dal bosco e la vista si apre a 360° e si entra sul Pian del Cansiglio. Una distesa verde che sembra un mare fluttuante dolcemente. Ci sono rifugi, osterie, e anche un campo da golf. Ma soprattutto si respira un senso di spazio totale con lo sguardo che non sembra avere confini.


La strada scende a fondo valle e porta a Vittorio Veneto. Il caldo torna a farsi sentire raggiungendo in breve i 32 gradi. E qui torna buono il giubbetto traforato che mi permette di evitare la sauna. Grande idea di qualche design specializzato in abbigliamento da moto, poco più di un centinaio di euro assolutamente ben spesi. Lo consiglio vivamente, perchè consente di non soffrire il caldo e di mantenere una efficace protezione con schiena, spalle e gomiti adeguatamente protetti. Da Vittorio riprendo l'autostrada per rientrare a casa e trovo ancora gli stessi avvisi del mattino che annunciano la chiusura dell'autostrada VE-TS per incidenti con coda di circa 12 km e uscita obbligatoria per la A27-A28. Allucinante. Già all'andata la situazione era compromessa, ed evidentemente a metà pomeriggio non era per nulla migliorata. Per fortuna in moto si riesce ad evitare la jattura delle code chilometriche. W la moto!
Lunghezza del tour circa 270 km complessivi con partenza da Padova. Ideale per una gita di un solo giorno in tranquillità.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravo, sono questi i racconti che più mi piacciono del tuo blog. Gli altri, in genere, mi mettono solo tanta malinconia. Ma non è colpa tua, è questa nostra società che è sbagliata.
Ciao!

Unknown ha detto...

Ahimè, non si vive di soli viaggi in moto. Tutto intorno c'è una realtà quotidiana che è difficile non vedere.
Grazie dell'apprezzamento.

Anonimo ha detto...

Sì, sì.... sarebbe bello vivere senza le nefandezze della realtà quotidiana, ma non si può. Cerchiamo di consolarci con le cose che più ci piacciono e con...i sogni. Altro non ci resta da fare per sorridere un po'. Ciao!