martedì 10 maggio 2011

In moto. PD- Rovereto - Valli del Pasubio - PD

Maggio, bella giornata soleggiata, temperatura mite. La "poderosa" (la mia Aprilia Caponord) scalpita impaziente di uscire dal garage dopo la lunga e fredda pausa invernale; finora sia pure con la primavera già iniziata da bel pezzo si è mossa ancora poco, Colpa dei miei irrimandabili "impegni ospedalieri", ma in compenso ha fatto una cura ricostituente in officina dove è stata equipaggiata con un nuovo monoammortizzatore. E' un Bitutbo che mi è costato un occhio della testa, ma in confronto alla sospensione originale di serie, la spesa si è subito rivelata ben giustificata. In una moto già di per sè stabile l'effetto del montaggio della nuova sospensione è che sembra di viaggiare sui binari. L'ingresso in curva è preciso e non necessita di correzioni. Anche alle alte velocità l'assetto ha guadagnato in stabilità diminuendo radicalmente l'effetto di leggero galleggiamento dovuto soprattutto alla mia mole che supera in altezza e larghezza il riparo della pur capace carenatura. Inoltre essendo stata ordinata su misura, la taratura della molla del monoammortizzatore è calibrata sul mio peso e l'eventuale bagaglio. Insomma rispetto a prima non c'è paragone.
Il giro di oggi è di assaggio di stagione e dunque non particolarmente impegnativo. Il percorso: Padova - ss. 47 Valsugana fino a Trento - Levico -Rovereto - sp 46 per Schio - Pian delle Fugazze (Pasubio) - Vicenza - Padova. Totale, circa 240 km.

La "poderosa" e sullo sfondo l'Ossario del Pasubio

I pregi del percorso sono essenzialmente paesaggistici, la statale della Valsugana è splendida e se non percorsa nelle ore di punta è favolosa perchè larga, comoda e per buona parte fiancheggia il corso del fiume Brenta tra scenari mozzafiato. Sosta per uno snack a Levico sulla riva dell'omonimo lago dove ho potuto godermi anche un buon toscano. Ripartenza per la zona del Pasubio e le cosiddette Piccole Dolimiti. Sul bellissimo percorso che collega Rovereto a Schio si passa il Pian delle Fugazze a quota 1200 m. circa, dopo aver percorso una quarantina di km tra i 400 e i 700 metri di altitudine. Una strada tortuosa e piena di curve che fanno la gioia di chi va in moto. Inoltre il traffico è molto scarso, specie se affrontata nelle ore centrali della giornata. Il panorama che si gode ad ogni tornante è semplicemente splendido e mi dispiace non aver portato con me la macchina fotografica, perchè ne sarebbe valsa la pena (dovrò farmi bastare la fotocamera del cellulare).Siamo in piena zona delle Prealpi venete tra cui svetta il Monte Pasubio, teatro come tutta la zona circostante, di aspre battaglie di appostamento nel corso della I° Guerra Mondiale. Cima Grappa, l'Altopiano di Asiago, Lavarone e Folgaria, sono tutti luoghi che hanno visto cadere a migliaia i soldati sia italiani che austriaci. Una vera carneficina. Per parte italiana, a testimonianza di quelle morti in battaglia, si trovano ossari monumentali. Tra questi il più famoso è forse quello del Monte Grappa, ma non solo (importante è anche quello di Asiago). Un tuffo al cuore entrare all'interno della struttura che si erge nei pressi del Pian delle Fugazze e percorrere i cunicoli le cui pareti sono letteralmente tappezzate di lapidi che ricordano i caduti che vi sono sepolti. Nomi e cognomi, età, grado. Niente di più. Ma non per tutti: gli ufficiali e i notabili con titolo onorifico o nobiliare, godono di lapidi più grandi e più belle, adornate anche di epitaffi a memoria delle loro gesta eroiche. Anche di fronte alla morte non siamo tutti uguali, evidentemente.
 
L'Eremo San Colombano, incastonato nella roccia

La strada fiancheggia il percorso del torrente Leno di Vallarsa che si incunea nella vallata creando paesaggi da favola. Tra questi l'incredibile eremo di San Colombano. Passandoci di fronte, sull'altro versante della valle, appare quasi come una visione irreale incastonato com'è nella roccia a strapiombo. La prima cosa che viene da chiedersi è come abbiano fatto i costruttori a realizzarli lì sullo strapiombo. Incredibile. Meriterebbe una sosta, ma essendo dall'altro lato della valle temo che bisognerebbe tornare indietro. Mi riprometto di tornare un'altra volta.

Una volta giù a Thiene, si ritorna alla piattezza della pianura. Per nulla eccitante. Una rapida galoppata verso casa pensando già al prossimo giro con la "poderosa". Mi è venuta più di una mezza idea di andare a trovare il mio amico Ruggero, in bassa Valle Scrivia, alla confluenza delle province di Pavia e Alessandria. Ruggero, sei avvertito....

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